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La Certosa di Pontignano

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La costruzione della Certosa di Pontignano, risale al 1343, voluta da Bindo di Falcone, signore senese arricchitosi con i commerci fatti con il Papato. Il monastero di Pontignano, a differenza della Certosa di Belriguardo e a quella di Maggiano del 1314, prevedeva la realizzazione di una chiesa oltre ai chiostri, alle celle e agli edifici di servizio che dovevano servire come dimora per i padri; è inoltre l’unica Certosa che mantiene il suo aspetto originario, di luogo adibito alla preghiera, alla meditazione, alla pace.

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Siena - la Certosa di Pontignano


L’impianto architettonico ha subito nel tempo dei rimaneggiamenti, ricalca comunque l’aspetto tradizionale dei monasteri certosini, suddiviso in tre parti: l’area destinata ai monaci, quella adibita all’alloggiamento dei conversi e lo spazio riservato alla chiesa, al capitolo e al refettorio. Nel 1385, la città di Siena fece costruire tutto intorno alla Certosa, una robusta cinta muraria, per evitare che venisse saccheggiata da bande di mercenari, ma nell’ambito della guerra tra Siena e Firenze, le difese murarie non furono sufficienti a proteggerla, subendo incendi e saccheggi.
Sono diversi gli interventi di ristrutturazione realizzati nel corso dei secoli, il primo intorno al 1450, visibili nel chiostro che si dispone nel lato lungo della Chiesa a pianta quadrata, con cinque campata e volte a vela, segue un modesto intervento alla fine del ‘600 quando le sei cappelle di precedente costruzione vennero unificate nel cosiddetto Cappellone ed infine nel 1703, venne edificata la Cappella di Sant’Agnese.

Alla fine del XVIII secolo, i certosini lasciano il monastero di Pontignano, come attesta un documento datato 16 luglio 1785, passato ora ai camaldolesi, i quali successivamente dovettero abbandonarlo a causa delle soppressioni napoleoniche. Durante la prima e seconda guerra mondiale, Pontignano divenne rifugio per ebrei e perseguitati politici, nel 1959 tutto la struttura venne acquistata dall’Università di Siena, destinandola a residenza universitaria.

Il complesso della Certosa conserva ancora oggi al suo interno, importanti testimonianze artistiche soprattutto nelle chiese. La prima costruita ad una sola navata, con tre campate coperte, con volte a vela, presenta una parete in muratura aperta al centro (suddividendo lo spazio in due parti una per i monaci e l’altra per i conversi) nel quale operò un pittore fiorentino Bernardino Barbatelli detto il Poccetti, eseguendo Storie certosine di San Brunone e di San Pietro, alcune decorazioni anche sull’altare maggiore. Al Potetti spetta anche l’affresco nel refettorio con “L’ultima cena” del 1596 e un affresco “Samaritano al pozzo” all’interno di una delle celle dei monaci e una decorazione su una porta entro una lunetta con “Morte di San Brunone”. Nel Cappellone attiguo alla chiesa, la tela dell’altare maggiore è invece attribuito a Francesco Vanni, le decorazioni e gli affreschi delle pareti sono invece da attribuire a Nicola Nasini.

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Attualmente la Certosa di Pontignano è una foresteria universitaria, ospita studenti e professori in trasferta, dispone di 44 camere tutte con bagno: 20 singole, 18 doppie, 4 matrimoniali ed 1 doppia più 1 con letto francese e con bagno in comune; inoltre si può usufruire anche di 7 appartamenti di varie dimensioni. Usufruisce di varie sale più grandi e più piccole, che possono essere adibite per congressi e convegni fino ad un massimo di 100 posti a sedere.
La Certosa dista solo pochi chilometri da Siena, la strada che ci conduce al monastero, lievemente in salita, è scandita da oliveti e vigne.
 

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