Il Terzo di Città – Via Stalloreggi, Via S. Quirico
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Il Terzo di Città, rappresenta il nucleo abitativo originario di Siena, centro della vita medievale della città, i cui resti sono documentati da ex porte e da tratti di mura, oggi completamente assorbiti nel tessuto urbano. L’ampliamento maggiore del Terzo di Città, si ebbe nel Quattrocento.
Nel Trecento questa parte della città era la più popolosa e ricca per la presenza di splendidi palazzi nobiliari per la maggior parte disposti lungo Via di Città che collega il centro politico (Piazza del Campo con Palazzo Pubblico, Torre del Mangia, Palazzo Sansedoni) a quello religioso (Duomo – Santa Maria Assunta, Spedale di Santa Maria della Scala).
La scoperta del Terzo di Città comincia da Piazza del Campo, la Croce del Travaglio è il punto in cui convergono le tre strade che hanno originato lo sviluppo di Siena: Banchi di Sotto, Banchi di Sopra e Via di Città.
Percorrendo Via di Città, arriviamo a un incrocio che origina una piazzetta detta dei Quattro Cantoni (Piazza Postierla), cuore della contrada dell’Aquila. Questa Piazza nei secoli XV e XVI, era il luogo di ritrovo della nobiltà senese, poi spostatosi alla Loggia della Mercanzia conosciuta con il nome di Casin dé Nobili.
Da piazza Postierla, sulla sinistra si apre via San Pietro, una strada molto elegante fiancheggiata dai palazzi Buonsignori e Brigidi, mentre sulla destra si imbocca Via Stalloreggi, caratterizzata da alcune case-torri in pietra ancora ben conservate, lungo questa strada abitava Duccio di Buoninsegna, qui si incontra il Tabernacolo del Sodoma con la Pietà. Al termine di Via Stalloreggi si raggiunge l’Arco delle due Porte, arco dell’antica cinta muraria dell’XI secolo, proseguendo si entra nel semicerchio di Pian dei Mantellini, dove troviamo la chiesa di San Niccolò al Carmine, il palazzo Celsi-Pollini e il neoclassico palazzo Incontri.
Ritornando verso Via Stalloreggi, a metà della via si apre la piazza del Conte, la quale ci immette in Via San Quirico, dal nome dell’omonima chiesa una delle più antiche della città. E’ intitolata ai Santi Quirico e Giulitta, l’attuale chiesa risale al tardo XVI secolo, anche se ci sono tracce di un edificio precedente, forse del XII – XIII secolo, presenta un portale di stile romanico e al suo interno ci sono alcuni affreschi di Ventura Salimbeni e Alessandro Casolari, un dipinto di Pietro Sorri che raffigura La corona di spine e una tela di Francesco Vanni, Ritorno dalla fuga in Egitto.
Via San Quirico è il cuore della Contrada della Pantera, la cui sede è al numero civico 26, dove è possibile visitare il Museo.